La Croce Rossa Italiana (C.R.I.) nasce il 15 giugno 1864 a Milano quando, grazie all’iniziativa del medico Cesare Castiglioni, fu dichiarato costituito il “Comitato milanese dell’Associazione italiana per il soccorso dei feriti e i malati di guerra”, anticipando quello che il 22 agosto dello stesso anno sarebbe avvenuto durante la Conferenza Internazionale di Ginevra. Oltre un secolo e mezzo di attività umanitaria nel segno di 7 Principi più vivi che mai, 157 anni di “Un’Italia che aiuta”.
Sin dalla sua nascita, la Croce Rossa è stata in prima linea in qualunque crisi, calamità, emergenza. Ovunque ci fosse la necessità di sostenere e sollevare qualcuno dalla sofferenza la CRI era presente. In ogni momento storico, questo agire ha cementificato e contribuito a diffondere quella rivoluzione culturale che Henry Dunant, padre fondatore del Movimento della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, compì alla fine del XIX secolo e che gettò il seme di quello che oggi è considerato l’umanitarismo moderno.
Il 15 giugno, come tutte le ricorrenze, è anche un’occasione di riflessione e di bilancio. Un bilancio che nell’ultimo anno e mezzo ha visto un fortissimo e lungo impegno sul fronte dell’emergenza sanitaria e sociale dovuta alla diffusione del virus Covid-19.
Come scriveva il suo ideatore, Henry Dunant, la Croce Rossa deve rappresentare il meglio della società civile: persone preparate e formate, persone pronte a intervenire in soccorso di altre persone. E l’impegno dei circa 150 volontari della Croce Rossa Italiana di Molfetta, la loro professionalità, la loro dedizione agli altri, rispondono ancora oggi, a distanza di 157 anni, a quella visione.
Per questo motivo, il 15 giugno ci concediamo di sentirci orgogliosi. Orgogliosi di essere parte del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Orgogliosi di essere “ovunque, per chiunque”, sempre in prima linea e sempre più vicini alla nostra comunità.









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